sabato 6 agosto 2011

A CASA DI ZACK

I Blusclint sbarcano a Edimburgo. Causa problemi economici, il plurale maiestatis è d’obbligo: fisicamente di loro ce n’è uno solo. Ma, visto che in genere sono solo in due, si può dire che metà compagnia è all’estero, il che fa un altro effetto. La metà restante è però arrivata all’aeroporto di Caselle per accompagnare l’altra e imbarcarla nel gate giusto, dopo un cambio in sterline con una commissione a favore del changer da far impallidire un mercante ebreo nella Venezia rinascimentale.

I nostri due si bevono un’acqua e mangiano un trancio di pizza riflettendo sul fatto che gli aeroporti, come tutti i luoghi di passaggio, ti pelano perché per l’appunto è obbligatorio il transito. La riflessione è banale, ma i 6 euro spesi a testa sono originali. Alla prossima è obbligatorio il tramezzino, quello fatto col pane dell’Esselunga che ti costa dieci volte di meno dello stesso che ti vendono da Chef.

Dopo un saluto ardito e cameratesco il nostro attore s’imbarca. Non è mai stato su un aereo prima d’ora. Ma tra check in e controlli antiterrorismo salire sull’aereo è un desiderio che vuole consumarsi in fretta.

I motori rombano. Il nostro allaccia le cinture, per fortuna ha preso il posto vicino al finestrino, così si gode la partenza, vede finalmente le hostess fighe fare tutti quei gesti per spiegarti cosa devi fare se sopravvivi allo schianto e poi il rombo dei motori, il bolide della British che s’impenna e salendo bascula per tagliare l’aria e guadagnare l’altezza prevista la quale signori è alta, visto che sotto c’è solo un tappeto di nuvole. Quando ha preso quota l’aereo, parte la lettura di “Blade runner” di Philip K.Dick intervallata dal caffè britannico e il dolcetto al burro.

Fila tutto liscio. Come si può ben facilmente desumere.

A London Gatwick gli chiedono cosa è venuto a fare in Inghilterra. Gli viene voglia di rispondere quelle cose tipo: mettere una bomba a Buckingham Palace ma non lo dica a nessuno, del resto si vede che non gradisce la Monarchia. Teme che il sense of humour inglese sia ben accetto tranne che qui.

Manda un messaggio alla sua girlfriend per dirle che l’aereo è l’ottava arte dopo la settima.

Dopo due ore e tre quarti di attesa in cui vede alzarsi in volo più aerei della Easy Jet che nuvole di zanzare attorno ai lampioni di sera, rimonta su un aereo della British e il copione si ripete. Emozione simil-Gardaland in fase di partenza, lettura libro e caffè con sparkling water.

Giunge a Edimburgo alle 22 e qualcosa che non ricorda. Aspetta il bagaglio che non arriva poi gli viene detto che quelli che gli passano davanti arrivano da Heatrow, mentre lui arriva da Gatwick. Recuperata la valigia monta sulla navetta che lo porta in città, dove scende una pioggerellina fastidiosa e l’umidità è percettibile a pelle. Monta su un taxi che per la modica cifra di due sterline e dieci lo porta a destinazione. Ovvero Rankeillor street, vicino a Nicolson street, una delle strade principali di Edimburgo sull’asse della Royal Mile che è la regina delle streets edimburghesi.

Così conosce finalmente il buon Zack, finora contattato solo via mail per sbrigare le faccende legate al rent, cioè l’affitto della camera. Una meravigliosa matrimoniale con vista sulla street che è piccola e poco trafficata. Zack è un ingegnere di software siriano, muslim e dunque praticante il Ramahadan in questo periodo, il che significa che non mangia nulla fino al tramonto. Che a Edimburgo arriva tipo alle 22 della sera, ma da quel che il nostro ha capito, il tramonto di cui tengono conto loro è quello arabo che cala ben prima.

In casa, oltre a Zack, c’è anche Anij, amico di Zack, anch’esso musulmano ma con la particolarità di non sapere un fico secco di inglese tranne le parole d’ordinanza: bye, hi, goodnight, welcome. Se riuscisse anche ad aggiungere How are you? e See you later, non sarebbe male. Dopo una lunga chiacchiera con Zack sull’Italia e la parte moderata dell’Islam, il nostro si ritira, dopo aver mandato messaggi al collega e ai genitori sulla riuscita dell’impresa e la buona notte alla girlfriend.

Il giorno dopo c’è la technical rehearsal in teatro.

Non so se avete notato che, da quando nel racconto il nostro è sceso in UK la prosa si è infittita di termini inglesi. Niente paura, la prosa resterà italiota e nel caso l’affare si complicasse cercate su Google: word reference. È un ottimo dizionario online.