lunedì 26 settembre 2011

Torna a casa, Woof!

I Blusclint rientrano dal Fringe Festival di Edimburgo e ci impiegano diciotto ore e cinquanta. Praticamente potevano andare in Polinesia nello stesso tempo (considerati i soldi spesi per andare in scena, avrebbero potuto farci anche un pensierino…). Ma sono artisti, il sacro fuoco arde! Che vi credevate, che passassero un agosto vacanziero, magari con a rosolarsi al sole e immergersi in acque calde esotiche con le fidanzate? Invece no! Nella pugna teatrale, ecco dove si sono gettati!

Edimburgo-Caselle in quasi 19 ore! Evidentemente il Nostro non è Mister Fogg: partenza da Edimburgo e arrivo a London Heatrow alle 22.00; ripartenza da London Gatwick il giorno dopo e arrivo a Caselle alle 15.30 (poi diventate le 17.30 per imperscrutabili ritardi…). Tra London Heatrow e London Gatwick: lo spazio-tempo cosmico.

Così il nostro dopo aver recuperato il bagaglio (scassato: l’arnese acquistato da un pakistano e frantumatosi sotto odiosi valigioni samsonite di gente più abbiente o avvezza a certi disagi strutturali), compra per la modica cifra di 24 sterline un biglietto per un bus diretto a Gatwick, scoprendo che a guidarlo è un old britishman simpatico che avrebbe detto «yes, come on» anche se il Nostro gli avesse mostrato la ricevuta di una tintoria. Dopo un’ora giunge a destinazione, dove preleva venti sterline per resistere alle 13 ore più lunghe della sua vita. Per fortuna che a Gatwick ci sono degli attrezzatissime postazioni per attaccarsi con il proprio laptop o, qualora le cose volgessero male, darsi la 220 (anche se in Inghilterra il voltaggio è diverso, ma il Nostro, dopo un mese, non l’aveva ancora capito). In queste interminabili ore vede per almeno 50 volte di fila lo stesso telegiornale della BBC sulla presunta resa di Gheddafi che viene mandato in onda a ripetizione senza interruzioni pubblicitarie o magari un filmaccio di quelli da notte fonda. Ma la notte non esiste in aeroporto. La gente tenta di convincersene dormendo stravaccata sulle seggiole o sui tappeti sotto le seggiole, ma si sbaglia. In aeroporto il neon splende perenne come il sole a mezzanotte in Lapponia. I bar sono aperti, c’è gente che mangia, beve a qualunque ora. Il Nostro scrive un nuovo spettacolo, beve orribili cappuccini, trangugia tramezzini senza dignità – i tramezzini senza dignità, sia chiaro – beve coca cola e intervalla il salato con tutti i possibili snack che la Britannia offre: i classici mars, bounty e sfiziosaggini caramellose quali Double Decker, che poi è anche il nome del Doppio bus inglese.

Alle 13 e 30 monta sull’aereo dove, non sapendo che fare, parla con la vicina di posto che abita a Torino: ha perso il lavoro sei mesi fa e ne ha trovato uno a Glasgow presso un albergo. Ora torna perché le manca Torino. E il lavoro? Pure quello.

All’aeroporto il Nostro si incontra con mother, father e - surprise! – la girlfriend, la quale, tutt’altro dall’essere in coma come in quella canzone degli Smiths, ha preso il treno da Milano ed è venuta a salutarlo. Non poteva aspettare di rivederlo il 10 di settembre e così ha fatto la mossa! Ma come, cosa significa che il Nostro la rivedrà il 10 se è arrivato il 31 di Agosto? Eh si, perché i Blusclint sono già in prova con il loro prossimo spettacolo, il debutto della riscrittura del Riccardo III, per l’occasione ribattezzato Riccardo3, una frittura in cui si mescolano Shakespeare, Carmelo Bene, e anche il Nostro che pensa bene con il collega di cimentarsi con i grandi Autori. Se non ci danno una mano loro…

I Blusclint portano comunque a casa dal supermarket del teatro internazionale tre recensioni di qualità, si fanno dare quattro stelle su cinque dalla guida teatrale di Londra ed è fortemente probabile che l’Inghilterra li riveda presto.

See you soon!